IL Cammino delle Identità – Spezie erbe e fantasia nella cucina dell'antico convento dei Frati Domenicani - Imola e Treviso





"I Domenicani nascono in Linguadoca nel XII secolo per opera di Domenico 


di Guzman.Essi si denominarono Ordo Fratrum praedicatorum, perchè il loro


scopo iniziale era quello di diffondere le dottrine eterodosse,contrastando le


varie eresie che si erano sviluppate in quel periodo,prima fra tutte l'eresia


catara. Per essere all'altezza delle varie  disquisizioni teologiche i


Domenicani dovevano essere culturalmente molto preparati, ma dovevano


anche dare l'esempio di una povertà e di una integrità morale inattaccabili."


(Cuciniere di Conventi e Abbazie)



Il convento dei domenicani a Imola, edificato nel ‘200, è completato da due


 quadriportici risalenti al ‘400 e dall’omonima adiacente chiesa, e costituisce


 uno degli edifici maggiormente significativi del centro storico di Imola.


Fu sede dei Domenicani fino al 1797, epoca in cui fu adibito a caserma dalle

 

truppe francesi, ed in seguito subì una serie di rimaneggiamenti che 


risparmiarono però la struttura originaria. I restauri hanno permesso di 


aprire al pubblico nel 1988 il secondo chiostro come sede della Pinacoteca


Comunale.


'Spezie,erbe e fantasia nella cucina dell'antico convento' : viene


sperimentata la personale zuppa dei frati domenicani da portare a casa e 


gustare in famiglia.



La cucina nei monasteri domenicani era incentrata su sobrietà e frugalità,


 con una dieta basata su cereali, legumi e verdure coltivate in proprio


Sebbene la regola domenicana proibisse il consumo di carne, questa era


 comunque disponibile per gli ospiti e i pellegrini esentati dal digiuno


L'organizzazione della cucina era anche legata alla produzione di

 

eccellenze come il formaggio e dolci conventuali, spesso realizzati per


 occasioni speciali e distribuiti ai poveri.


Principi


Sobrietà e frugalità: La regola religiosa imponeva un'alimentazione


semplice, evitando sprechi e ingordigia.


Autosufficienza: I monaci coltivavano autonomamente verdure, legumi e

 

cereali, rendendo la dispensa molto fornita.


Astinenza dalla carne: Il consumo di carne di quadrupedi era generalmente


 vietato, a meno di non essere malati o in particolari circostanze.


Digiuno e astinenza: La dieta era scandita da periodi di digiuno e astinenza, 


in base al calendario liturgico.



Alimenti tipici


Cereali, legumi e verdure: Costituivano la base dell'alimentazione,


accompagnati da una libbra di pane bianco al giorno.


Pesce e molluschi: Erano permessi in alternativa alla carne.


Uova e latticini: Formaggi, latticini e uova erano spesso presenti e

 

rappresentavano un'importante fonte di proteine.


Spezie e aromi: L'uso di spezie come paprika, cannella, zafferano, origano,


 aneto, cumino e pepe nero arricchiva i piatti, insieme a erbe aromatiche


 come prezzemolo, sedano, aglio e limone.


Miele: Era utilizzato come dolcificante, spesso prodotto dalle api del


 convento.



Produzioni e ricette speciali


Produzione di formaggi: I monasteri erano rinomati per la produzione di


 formaggi, come i formaggi di San Gregorio, frutto di un'antica arte


 casearia.


Dolci conventuali: Alcuni dolci, come gli struffoli di Napoli e i biscotti di


Vicari, nacquero nei conventi e divennero parte della tradizione culinaria


locale.


Dolcetti siciliani: La frutta martorana, un dolce a base di mandorle e


zucchero, è un altro esempio di ricetta monastica.



Gestione dei pasti


Pasto principale: Veniva consumato prima di mezzogiorno.


Gratitudine: I monaci consumavano il cibo con gratitudine, senza particolari 


preferenze.



Distribuzione agli ospiti: La carne era spesso destinata a ospiti e pellegrini.



La Chiesa di San Nicolò a Treviso:il Capitolo dei Domenicani


La Chiesa di San Nicolò fu costruita ai primi del ’300 dai Domenicani anche


grazie ai cospicui lasciti del frate Niccolò Boccalino, più noto come Papa


Benedetto XI. La Chiesa sorse ai margini di quella che era la zona più


urbanizzata di Treviso, verso Ponente, al di là della quale vi erano


soprattutto terre incolte.


La storia dell’edificazione della Chiesa fu segnata dal crollo della torre


 campanaria che demolì buona parte delle cappelle sottostanti e da


un’interruzione causata dalla peste che colpì Treviso nella prima metà del


XIV secolo.








Con le sue forme semplici, ma allungate verso l’alto, con le massicce

 

murature perimetrali appena rotte da sottili feritoie da dove una luce entra


 temperata dalle antiche vetrate, la Chiesa di San Nicolò segna un momento

 

di transizione tra il robusto stile romanico e l’elegante gotico di origine


 transalpina.


Nell’attiguo Capitolo dei Domenicani vi è un grande affresco che prende


l’intero perimetro del grande vano rappresentante i Domenicani illustri 


ognuno inquadrato entro una propria nicchia - studiolo.









Sala del Capitolo


Il ciclo di affreschi che si trova nella Sala del Capitolo, dell’ex convento di San Nicolò attualmente Seminario Diocesano di Treviso,
è posto sotto il soffitto ligneo, al di sotto di una fascia decorativa a fogliami, ricopre per intero la parte superiore
di tre pareti e parte della quarta ove al centro è raffigurata una Crocifissione che risale al 1250.

Il Ciclo che rappresenta quaranta personaggi illustri dell’Ordine Domenicano fu commissionato a Tomaso da Modena dai
Domenicani molto probabilmente nella persona di fra’ Fallione che desiderava celebrare l’Ordine in occasione del Capitolo
Generale dell’Ordine che si pensava si sarebbe tenuto a Treviso, cosa che poi non avvenne.

Incaricato dunque nel 1351, Tomaso completò l’opera nel giro di un anno, esattamente nel 1352, come attesta l’iscrizione, purtroppo
oggi molto rovinata, posta, una volta entrati nella sala, sul lato destro del portale ove compare anche il nome dell’artista:

ANNO DOMINI MCCCLII PRIOR TARVISINUS ORDINIS PREDICATORUM DEPINGI FECIT ISTUD CAPITULUM ET THOMAS PICTOR DE MUTINA PINXIT ISTUD

A sinistra dell’entrata è scritta sempre in caratteri gotici un’altra iscrizione nella quale in maniera molto sintetica viene raccontato
sia dell’arrivo dei Domenicani a Treviso nel 1221 sia dell’edificazione del Convento di San Nicolò:

ANNO DOMINI MCCXXI FRATRES PREDICATORES PRIMO TARVISIUM VENERUNT ET EODEM ANNO COMMUNITAS TARVISINA EISDEM AEDIFICAVIT CONVENTUM S. NICOLAI IN QUO NUNC AD LAUDEM DEI ET SUAE MATRIS VIRGINIS GLORIOSAE ET S. NICOLAI AC UTILITATEM POPULI TARVISINI COMMORANTUR

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