Treviso e le Rotte del Cagnan

 


 


Uno dei percorsi che vengono sviluppati da Borghi d'Europa riguarda Treviso e le ‘Rotte del Cagnan’.

Partendo dal centro storico di Treviso è possibile infatti percorrere, in diverse direzioni, delle 'rotte' che portano a toccare i centri della Marca, ricchi di storia arte e cultura.


Borghi d’Europa ha voluto ricostruire le 'rotte', proponendo dei percorsi del gusto inediti.

Il Cenacolo 'Quelli del Cagnan' ha organizzato quindi la riscoperta di borghi e contrade, iniziando

da Contrada Sant’Agostino.




Dino Buzzati definì la città di Treviso “la Piccola Atene” perché nel periodo storico compreso

tra le due Guerre, Treviso accolse numerosi poeti e artisti: facendo riferimento a questa

espressione, i giornalisti e comunicatori dell’Associazione Internazionale Borghi Europei

del Gusto e dell’Altratavola hanno proposto alcuni momenti di incontro e di informazione su questo 

tema. L’iniziativa fa parte del progetto “Percorsi d’Europa”, che si ispira ai principi dell'

interculturalismo del Consiglio d'Europa e che riguarda l’Azione Le Contrade del Gusto,

dove viene data voce ai Borghi meno conosciuti.


In questo caso si tratta di valorizzare il patrimonio culturale di Treviso, attraverso le storie dei protagonisti della scapigliatura intellettuale del XX secolo; si tratta di un omaggio alla nostra identità più vera e autentica.




La prima tappa di questi stages era stata dedicata a QUELLI DEL CAGNAN (dal nome del

fiume di risorgiva che passa per il centro del capoluogo della Marca e che sfocia nel Sile),

ovvero la storia del 'roseo foglio' fondato da Remigio Forcolin, che fu ripreso da Franco

Batacchi jr., Mirco Trevisanello, Giorgio Dalla Barba e Neno Abiti e le iniziative irriverenti

degli intellettuali irregolari, e ancora Il Cagnan tra le due Guerre e la ripresa nel 1980.


QUELLI DEL CAGNAN è stata un’esperienza densa di chiaroscuri e momenti esaltanti,

che nessuno ha mai raccontato, forse perché, come sempre, le voci 'altre' debbono arrangiarsi

e non hanno diritto di cittadinanza nella cultura ufficiale .

Furono oltre 20 le tappe realizzate, dando voce ai protagonisti dei territori e alla riscoperta di monumenti e ‘segni’ della storia.

Per esempio, nella prima tappa, era stata ‘raccontata’ la chiesa di Sant’Agostino, che apparteneva al vicino convento dei Chierici Regolari di Somasca. Fu uno di loro, padre Francesco Vecellio, a progettare questo elelgante edificio verso la metà del XVIII secolo, che fu consacrato il 25 dicembre 1758. La chiesa divenne parrocchiale, e sede della scuola dei calzolai.






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