Borghi d'Europa e la rete del BUON EVENTO (giugno 2024-dicembre 2025) a Concordia Sagittaria - Il Patrocinio della IAI (Iniziativa Adriatico Ionica) – I Percorsi della Fede

 


 




Nel giugno 2023 la trasmissione a Sua Immagine ha dato spazio alla messa, in diretta su Rai Uno, dalla cattedrale di Concordia Sagittaria (Venezia).

Orazio Coclite, redattore e voce storica di Radio Vaticana, ha raccontato la storia della Città, nei suoi aspetti ambientali,artistici e religiosi.


"La chiesa cattedrale della Diocesi, a Concordia Sagittaria, sulle rive del fiume Lemene, è dedicata a Santo Stefano protomartire. La primitiva cattedrale, “basilica apostolorum”, fu consacrata nelz 389 (?) da S. Cromazio, vescovo di Aquileia. Questa basilica fu distrutta nel 452 da un incendio (invasione degli Unni); un’altra fu subito costruita, che però fu sommera dal “diluvium aquarum” nel 589, del quale scrive Paolo Diacono. Altre ricostruzioni si ebbero nel 1050 e nel 1400. La basilica attuale fu fatta erigere dal Vescovo Antonio III Feletto (1466), mentre l’ampio coro fu costruito dal vescovo D. P. Rossi (1884). Nel 1903-04 (in occasione delle celebrazioni centenarie dei Martiri), il vescovo Francesco Isola promosse e realizzò, essendo allora vicario di Concordia don Celso Costantini, l’ampliamento della basilica (aggiunta di un’arcata), la nuova facciata, che ricorda quella di S. Zaccaria in Venezia, e la costruzione della cappella dei Martiri, con la piccola cripta che raccoglie le reliquie. In questi ultimi anni la cattedrale è stata restaurata radicalmente e portata a vivere una seconda giovinezza. Il Vescovo, nell’ingresso in diocesi, prende possesso del suo mandato in Cattedrale e poi, ogni anno, il 3 agosto (festa di S. Stefano) vi riceve l’omaggio di tutti i parroci della diocesi, come rinnovata promessa di obbedienza e di impegno apostolico.


Una breve visita.

Sopra il portale. il Santo Stefano (scultura del sec. XV); All’interno. l’altare maggiore, di stile barocco (della seconda metà del secolo XVIII); l’altare della Beata Vergine Maria (cinquecentesco), con la statua lignea del Cadorin (1904); il monumento al cardinale Celso Constantini del Guerrisi (1960); il coro ligneo (fine del secolo XIV); l’acquasantiera di marmo greco, addossata alla seconda colonna di sinistra (che attorno al Mille era vasca ornamentale d’una fontanella in qualche giardino della città); l’affresco della Crocifissione, di Pellegrino da S. Daniele (1467-1547); pale e dipinti pregevoli, come l’Annunciazione, del Lazzarini (1665-1730); il S. Lorenzo con altri Santi, del Semolini (sec. XVIII); la Distribuzione dell’acqua, del Padovanino (1588-1648)… Il Battistero. Costruzione di stile bizantino, a croce greca, con base quadrata aperta a trifoglio con tre absidi e con soffitto a cupola. È stata voluta dal vescovo Regimpoto, nel 1089. Restaurato nel 1890. Agli angoli del vano interno si ergono quattro pilastri, che formano altrettanti archi sulle absidi. Il Battistero è stato giudicato “scrigno di bellezza” per gli affreschi che decorano le pareti, le finestre cieche e la cupola: figure di Santi, scene della vita di Gesù… Il Campanile. Imponente, massiccio, di stile romanico, alto circa 28 metri. Innalzato nel 1150. La Canonica. Riattata e rinnovata in questi ultimi anni, esisteva già nel secolo XV. Accanto. Il “piccolo museo” nella cui facciata si scorge un medaglione rotondo, che rappresenta Turranio Rufino: è opera giovanile di Celso Costantini. Il Municipio. Sorge sulla sponda destra del Lemene, non distante dalla cattedrale; e dal fiume vi si può accedere per una scala di pietra. E di stile rinascimentale e risale al 1523. Ha la loggia. Davanti. S’alza il Monumento al Lavoratore delle paludi, opera di Celso Costantini, il quale, da pastore d’anime in Concordia, ben conosceva quanto sudore e quante lacrime le paludi concordiesi spremevano ai suoi parrocchiani.


Aree sepolcrali ed edifici emersi dagli scavi recenti (1950-59-60).

  1. La Basilica Apostolorum. È la prima Cattedrale. Parte dei resti si trovano sotto la Cattedrale attuale. È un edificio lungo circa 40 metri, largo oltre i 20, consacrato nel suo nucleo primo attorno al 388. Della Basilica Apostolorum si vedono: parti della pavimentazione musiva, pezzi di colonne, muri, frammenti di sculture e decorazioni in bassorilievo. Sotto l’antico pavimento si trovarono i resti di una casa romana, forse un luogo di raccolta dei primi cristiani. Di fianco, si trova uno spazio aperto e lastricato, con parecchi sarcofagi e tombe terragne; prima dell’entrata c’era il catecumenio. La Basi-lica aveva l’altare, la cattedra del vescovo ed il pulpito. 2. Due aree sepolcrali: a) il recinto di sinistra, della prima metà del secolo IV, a giudicare dalle strutture murarie di mattoni. Sul fondo ci so no tre celle quadrangolari con nicchie; un’altra cella oblunga si trova al fianco ovest. L’area retrostante serviva per la sepoltura dei pagani. b) il recinto di destra, della seconda metà del secolo IV, sempre a giudicare dalle strut-ture murarie. E congiunto a quello di sinistra con una camera intermedia. Dalla parete di fondo si trassero tre celle con nicchie: nella centrale è emerso il sarcofago di Faustiniana. Il pavimento era di piastrelle marmoree. L’area serviva per la sepoltura dei cristiani. 3. La trichora. Sta davanti al recinto di destra e, per la sua forma e costruzione si chiama Cappella “trichora”. È stata voluta nella seconda metà del secolo IV come “Martyrion”, per Conservare cioè le reliquie dei Martiri, in attesa che si costruisse la Basilica Apostolorum? O come “cella funeraria”? La trichora con l’aggiunta di due pareti ed un colonnato, è diventata, nel secolo V una seconda basilica a tre navate. Ad assicurarci dell’esistenza del Martyrion (incorporato Poi dalla nuova Basilica) c’è un’iscrizione che si trova davanti all’abside, che dice: “Il sacerdote Maurenzio ha qui sepoltura, davanti alla Basilica.

Area sepolcrale emersa dai primi scavi (1873).

Il Sepolcreto. È stato ritrovato a circa 3 metri di profondità dal piano attuale della campagna. Il suo ritrovamento si dimstrò particolarmente importante, ma non è stato possibile conservare in loco i circa 200 sarcofagi che lo componevano, diversi dei quali con fronte ricoperta da tavola ansata con iscrizione.

Qualche sarcofago fortunatamente fu posto davanti alla Cattedrale, qualche altro e le tavole con iscrizioni nel Museo Nazionale di Concordia in Portogruaro, appositamente costruito per raccogliere i reperti archeologici della zona; e ciò che era rimasto è stato nuovamente ricoperto dalla terra.Si può vedere l’area in cui si trova il Sepolcreto all’interno di via Aquileia nei pressi di via Marcantonio." (https://diocesi.concordia-pordenone.it/la-cattedrale/).


I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno inserito la Cattedrale nei Percorsi della Fede del progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa adriatico-ionica).





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